di Carlo Balestriere – Mi occupo di Marketing e Comunicazione da oltre un lustro. L’ho fatto per politici, per startup, per influencer e per liberi professionisti.
Non sono il migliore, ma non sono nemmeno un fesso.
So riconoscere chi, dietro lo slogan de “il marketing è la soluzione a tutti i tuoi problemi”, prende in giro dei professionisti in crisi vendendogli servizi inutili.
Tra questi professionisti ci sono gli psicologi.
È il caso di un’agenzia di Venezia, nota per contattare gli psicologi per proporgli un “piano marketing.”
Questo servizio, a detta di una psicologa, consisterebbe nella promozione del professionista su Facebook e Google, con la “garanzia di avere 30 pazienti a settimana regolari.”
Il prezzo? 700 Euro. Al mese. Cioè 8.400 Euro l’anno, pari al reddito netto annuo di uno psicologo della Campania (ENPAP 2019).
1. L’Ennesima Fuffa Agli Psicologi Con La Scusa Del Marketing
700 Euro mensili in pubblicità a stento li spende una micro-impresa italiana (ristoranti, falegnamerie, sartorie, centri estetici, negozi di telefonia, ecc.), figuriamoci un libero professionista che ancora non si è posizionato in una fascia alta.
Se una persona investe 700 Euro al mese in pubblicità, mi aspetto come minimo che ne porti a casa 4.000 Euro lordi, cosa che non è assolutamente comune per gli psicologi.
Deduco quindi che questa offerta di questa agenzia veneta (e altre simili sparse per l’Italia) sia l’ennesima fuffa a danno degli psicologi.
Vediamo, quindi, quali sono i segnali che mi fanno pensare ciò che dico.
#1 Nessuno Può Garantirti Pazienti
Già il fatto che una persona ti garantisca 30 pazienti settimanali dovrebbe farti capire che è una presa per i fondelli.
Se qualcuno avesse un’influenza tale da garantirsi 30 pazienti a settimana nella stessa città, non farebbe il “piazzista” girandoli ad altri per prendersi una piccola percentuale.
Piuttosto, si aprirebbe uno studio associato e fatturerebbe in 12 mesi 78.000 Euro (a 50 Euro/ora) gestendo per sé o per un socio quei clienti, invece di accontentarsi dei “soli” 8.400 che chiede allo psicologo.
Chi afferma di poter garantire 30 pazienti a settimana o sta mentendo, oppure è il più stupido imprenditore della storia italiana, perché ha tra le mani un business di circa 100 mila Euro l’anno e non se ne rende conto.
Io voto la prima ipotesi.
#2 Il Linguaggio Troppo Facilone
Per riconoscere un marketer serio da uno poco serio basta analizzare il linguaggio.
Se il linguaggio che utilizza è “facilone” (cioè minimizza il problema) e completamente slegato dall’esame di realtà, allora bloccate quel ciarlatano il prima possibile.
Analizziamo, quindi, il linguaggio promozionale di questa meravigliosa agenzia che promette 30 pazienti settimanali al costo di 700 Euro mensili.

Adesso, però, vogliamo fare un breve calcolo, perché non è vero che lo psicologo è un lavoro da 1.000 euro al mese.
Poniamo il caso che uno psicologo abilitato decida di chiedere 50 euro a seduta.
Molti decidono di guadagnare 60, 70 o anche 80 euro.
Quando si diventa più esperti, nel tempo, si può chiedere anche 100 o 120.Ma facciamo un calcolo sulla base di 50 euro a seduta. Il minimo.
Anche solo gestendo 25 pazienti a settimana (5 al giorno dal lunedì al venerdì) facendo una vita abbastanza comoda, lo psicologo porta a casa più di 5.000 euro al mese.
[…]
Conosciamo psicologi e in particolare psicoterapeuti che guadagnano ben di più rispetto al calcolo fatto poc’anzi.
Si fa lo psicologo per tanti motivi nobili, ma anche per ripagare adeguatamente i propri sacrifici.
Guadagnare più di 5.000 euro al mese dovrebbe essere più che normale, come è normale per un medico che ha il suo studio privato.Ora non vogliamo dire che stiamo parlando dei nostri clienti per farci pubblicità.
È solo che ci sentiamo straniti nel leggere che gli psicologi, mediamente, guadagnano così poco per mancanza di pazienti, nonostante gli strumenti per acquisirli esistono, se usati bene.
E’ vero ciò che dicono? No.
Sono tutte speculazioni teoriche per ingolosire lo psicologo e spingerlo ad acquistare i loro servizi.
Vediamo cosa dicono i FATTI. Quelli veri, quelli confermati dai dati.
#3 Parlano Senza Dati Alla Mano (Perché Gli Danno Torto)
L’ENPAP (aggiornato a Luglio 2019) ci fa sapere che sono solo 1.830 gli psicologi (dei 54.070 intervistati) che dichiarano un reddito superiore ai 48.000 Euro netti l’anno, cioè 4.000 netti al mese.
Stiamo parlando del 3% degli psicologi professionisti.
Davvero questi venditori di fuffa credono che sia possibile risolvere i problemi del 97% della categoria, farlo arricchire come il 3% più ricco, solo grazie a un po’ di marketing personale?
E’ una frase così sfrontata che nemmeno io – principale adoratore del Dio Marketing – oserei dire!
Tra l’altro, i loro ragionamenti si basano su numeri scollegati dalla realtà.
Ecco la realtà:


Fonte: ENPAP 2019, redditi riferiti agli ultimi dati aggiornati al 2017
Se – citando testualmente le loro parole – queste persone si sentono “stranite nel leggere che gli psicologi, mediamente, guadagnano così poco per mancanza di pazienti” il motivo è solo uno: sono semplici marketer.
Della professione di psicologo e delle sue sfumature socio-politiche non conoscono nulla poiché non ne sono coinvolti personalmente.
Sono all’oscuro dei fenomeni socio-economici che la caratterizzano e dei movimenti legislativi che la stanno scuotendo.
Non ci si può reputare esperti di ciò che non si conosce dall’interno.
2. Quanto Devo Investire In Marketing, Allora?
Abbiamo visto che gli psicologi liberi professionisti hanno in media un reddito di 13.767 Euro netti annui.
E’ semplicemente folle proporre a loro un servizio che costa 8.400 Euro, pari al 61% delle loro risorse.
Quanto investire in marketing e comunicazione?
Gli esperti ritengono che un libero professionista dovrebbe investire dal 5 al 10% del suo fatturato.
Il motivo è molto semplice: si tratta di “un’impresa con i piedi” – così mi piace chiamare i liberi professionisti – che per sua natura è molto precaria.
Se il lib. prof. si ammala, ad esempio, la sua azienda chiude.
Se il lib. prof. non si aggiorna tramite la formazione continua, la sua azienda chiude.
Se il settore del lib. prof. viene deregolamentato all’improvviso o stravolto dalla tecnologia, la sua azienda chiude.
In virtù di questo, per uno psicologo emergente è meglio investire un po’ meno in pubblicità e mettere da parte il restante 10% del fatturato per “spese extra impreviste”, piuttosto che bruciarlo completamente in advertising.
Ovviamente questa percentuale cambia da psicologo a psicologo.
Una psicologa di 40 anni che esercita in una metropoli come Milano, con un giro d’affari consolidato e con un onorario da 80 Euro l’ora, dovrà investire un po’ di più in pubblicità (15% – 20%) perché si trova in un ambiente altamente competitivo, con un’alta concentrazione di psicologi, ma anche molto remunerativo.
Al contrario, un giovane psicologo di un paesino periferico, che per cause di forza maggiore non può chiedere più di 30 Euro l’ora, non può assolutamente permettersi di sforare il limite del 10%, a meno che non sia single, senza figli e ancora a carico della famiglia.
Cioè, detto in altri termini, può permettersi di investire tanti soldi in marketing (con il rischio di perderli) solo se ha un paracadute di salvataggio.
Non mi dilungo troppo.
Farò un articolo al riguardo, spiegando come io personalmente gestisco il mio tempo e il mio denaro nell’attività di marketing.
In ogni caso, un’agenzia di comunicazione che promette – in maniera del tutto standardizzata – di portarti 30 pazienti settimanali con un po’ di Facebook Advertising senza nemmeno studiarsi la tua storia personale e professionale, mi fa capire che sta mentendo.
Conclusioni
Ci tenevo a scrivere questo articolo di milleseicento parole perché sono queste persone che screditano la nobile disciplina del Marketing.
Spero che vi sia servito per orientarvi in mezzo a questa giungla di fuffaroli, anche se io vi invito a imparare da soli come promuovere la vostra attività di psicologo.
Nessuno può spiegare meglio di voi cosa fate al grande pubblico.
Non delegate a terzi.
P.S. Rispondo a chi mi scrive in privato su questo tema:
No, io non vendo servizi di marketing e comunicazione agli psicologi.
- I costi delle mie consulenze sarebbero per loro proibitivi.
- Ritengo che ci si debba arricchire attirando soldi dall’esterno della comunità degli psicologi, piuttosto che estrarli dagli psicologi stessi.
Questo cannibalismo economico ha contribuito alla situazione attuale di generale declino.
Una nazione non si arricchisce se non esporta prodotti all’estero e lo stesso discorso vale per una categoria professionale. - La mia filosofia generale sul marketing è che bisogna rendere il cliente autonomo nel fare tutto da solo, non costantemente dipendente da una terza persona (l’agenzia o il consulente esterno) delegata a comunicare al posto suo.
Per questo preferisco postare gratuitamente guide e articoli, organizzare eventi, fare interventi presso le Università oppure accettare l’invito di associazioni di psicologi che mi chiedono di tenere workshop per i loro iscritti (fino a Gennaio 2020 solo in Campania per impegni istituzionali).
Sono gratuiti solo per psicologi e studenti di Psicologia.
E’ semplice: basta inviare una email a
carlo.balestriere@psicologiaapplicata.com
specificando l’Ente (Università, Azienda, Associazione), Luogo, Data ipotizzata, Argomenti dell’evento, bla bla bla…
Lo faccio volentieri, perché penso che ogni Euro che finisce nelle tasche degli psicologi è un Euro sottratto ad un abusivo.
Ciò contribuisce a rendere la categoria economicamente e politicamente più forte, oltre ad offrire ai cittadini un servizio migliore, piuttosto che finire nelle grinfie di mitomani.
Questo è il vero fine del marketing professionale, non le cazzate concorrenziali che vi mettono in testa questi fuffaroli da quattro soldi.
Un saluto e alla prossima

Fondatore di Psicologia Applicata.
Mi interesso di Psicologia, persuasione, tecnologia e di cucina giapponese che ha rovinato le mie finanze.
Il mio obiettivo è diffondere conoscenza, arricchire le persone ed estrarre il meglio da loro.
Il mio mantra è:
“La conoscenza è potere.”