In questo articolo scopriremo:
[1.] Perché una sparatoria di massa come quella di Las Vegas mette in crisi la nostra illusione di un mondo buono.
[2.] Come fanno questi traumi a frantumare le nostre visioni del mondo.
[3.] Cinque consigli utili per chi dovesse imbattersi in traumi del genere.
LA STRAGE DI LAS VEGAS
Questa mattina ci siamo svegliati con la notizia della più grande sparatoria di massa nella storia degli Stati Uniti. Una sola persona ha aperto il fuoco dal trentaduesimo piano dell’ hotel Mandalay Bay, uccidendo 58 persone e ferendone 500.
I telegiornali hanno ripreso diverse persone che lasciavano la scena dell’attentato ricoperte di sangue e in stato di shock. Tutti i nostri pensieri sono per le vittime, le loro famiglie e tutti coloro che adesso si sentono minacciati.
Il trauma che lascia un evento del genere si propaga molto velocemente.
Il fatto che possiamo vedere e ascoltare questi eventi praticamente in diretta (grazie a Internet) e sperimentarli sulla nostra pelle con dirette Live, può mettere in crisi l’apparente normalità della nostra vita.
Questi eventi, in poche parole, distruggono le nostre teorie ingenue, come quella di vivere in un mondo sicuro. Il mondo, però, non è mai stato un posto sicuro.
SUPPONIAMO, PER UN SOLO MOMENTO, CHE IL MONDO SIA DAVVERO UN POSTO SICURO E PREVEDIBILE
Secondo una teoria psicologica (Janoff-Bulman, 2002), i traumi creano un’angoscia a lungo termine non solo a causa degli effetti neurobiologici dello stress sul nostro cervello, ma anche perché polverizzano le nostre teorie ingenue sul mondo.
In particolare, questi traumi mettono in crisi le seguenti ipotesi:
- Il mondo è sicuro e prevedibile.
- Il mondo è giusto e le persone buone alla fine ottengono buoni risultati.
- Il mondo è benevolo e tutte le persone sono buone per loro natura.
Questi presupposti non sono necessariamente veri, ma possono avere un grande potere psicologico per la nostra sanità mentale.
Mi spiego meglio.
LE NOSTRE TRE ILLUSIONI SUL MONDO BUONO, PRIVO DI TERRORE
In primo luogo, illudersi che il mondo sia un posto sicuro ci evita di vivere con la costante paura della violenza e della morte. Questa illusione ci permette di andare avanti con la nostra vita, fare il nostro lavoro, uscire, sposarci, progettare una famiglia, prenderci cura dei nostri cari, avviare un’impresa, ecc.
Se ogni mattina dovessi preoccuparti di portare te e i tuoi cari a casa sani e salvi (come chi vive i costanti bombardamenti nel Medioriente), probabilmente non avresti le energie mentali per fare tutte queste cose.
In secondo luogo, credere che il mondo sia prevedibile ci aiuta a sentirci protetti perché possiamo prendere decisioni sagge e prudenti, assumendoci responsabilità e non correndo rischi inutili.
Esempio: se do per scontato che nel mio paese non ci sarà mai una guerra, molto probabilmente tra i miei primi obiettivi (oltre a formare una famiglia) ci sarà quello di comprare una casa di proprietà.
Perché non dovrei farlo? I rischi che venga rasa al suolo sono minimi: non piovono mica drappoli di bombe nel mio Paese, né dovrò mai emigrare per fame!
Dal momento che mi illudo di essere protetto da un mondo buono, sono più incline ad assumermi dei rischi (es. il mutuo per comprare la casa).
In terzo luogo, credere che il mondo sia giusto ci aiuta a sentirci protetti se ci comportiamo come persone buone.
Vogliamo credere che comportarsi bene dia automaticamente sicurezza e la possibilità di costruire una vita felice e di successo. L’assunzione di benevolenza ci aiuta anche a vedere il meglio nelle altre persone, e questo ci evita di stare perennemente all’erta.
Questo essere continuamente diffidente ha un costo in termini di energie mentali, quindi ben venga l’illusione che il nostro vicino di casa non proverà mai ad ucciderci sparando con una mitragliatrice.
I TRAUMI FRANTUMANO LE NOSTRE IPOTESI SUL MONDO
Un trauma come quello della sparatoria a Las Vegas mette in discussione tutti questi presupposti, facendoci sentire come se fossimo in piedi su un tavolino traballante, senza nulla a cui aggrapparci.
In situazioni del genere, le persone adottano strategie diverse.
Alcuni si rivolgono alla religione per ripristinare la propria fede nella giustizia e nella bontà dell’ universo. Altri cercare di differenziarsi dalle vittime in modo da sentirsi al sicuro (ad esempio, potrebbero dire “In un periodo del genere, io non andrei mai a questi eventi dove è più probabile incontrare un terrorista!“).
Questa scarsa empatia non ha senso.
Nel caso della strage di Las Vegas, non è nemmeno giustificabile. Non c’è niente di intrinsecamente rischioso o imprudente nel partecipare a un festival musicale o partire con la famiglia per una vacanza a Las Vegas.
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STRATEGIE CHE PUOI ADOTTARE PER VIVERE MEGLIO
Quindi, come si fa ad affrontare il fatto che il mondo non è sicuro, che là fuori ci sono persone traumatizzate, disperate, arrabbiate, malvagie o psicotiche che possono creare distruzione e caos?
Non c’è una risposta perfetta, ma le strategie qui sotto possono aiutarti a trovare un equilibrio alla tua vita:
1. Conosci le tue emozioni
Non cercare di sotterrare i tuoi sentimenti, perché questo non funziona. Prenditi un po’ di tempo per connetterti con la tua rabbia, paura o tristezza.
Sentire queste emozioni nel tuo corpo ti aiuta a capire che queste sono reazioni normali a un evento traumatico.
2. Pratica l’accettazione radicale
Riconoscere che il mondo non sia completamente sicuro e che non si ha il controllo completo su ciò che ti accade, è un gran bel passo avanti, ma non devi lasciare che ciò ti assalga.
È bene focalizzare l’attenzione sulla propria vita e su ciò che è più importante da fare oggi, senza che la paura ti influenzi.
3. Non sopravvalutare il pericolo personale
Quando avvengono sparatorie di massa, l’orrore dell’ evento ci fa sopravvalutare la probabilità che si possa riverificare l’evento. In realtà, ci sono milioni di persone che vanno ai concerti o visitano città come Las Vegas senza subire danni ogni giorno.
Il problema è che le TV e i giornali ti mostrano solo quell’unico, sporadico, evento nefasto. Ecco che il tuo cervello inizia a fare associazioni furiose e calcoli probabilistici assurdi.
Sforzati di uscire dalla modalità “combattimento o fuga” che ti tiene i nervi tesi. Fai un passo indietro in modo da poter valutare le vere probabilità di finire in pericolo.
4. Fare qualcosa di attivo nella tua comunità
Fare qualcosa per lenire i tuoi sentimenti, esprimere la tua rabbia, o supportare le vittime può essere molto utile, ma c’è qualcosa di molto meglio che si può fare.
Interessarsi al volontariato per cause come l’arresto e gli abusi sui minori è un’ottima strategia che noi tutti, in qualità di società evoluta, dovremmo adottare.
Spesso questi due elementi sono la causa della violenza degli adulti che possono portare a stragi come quella che abbiamo visto.
Risolvere il problema alla radice, promuovendo una società inclusiva, è la miglior prevenzioni a questi tipi di eventi traumatici.
5. Cerca di vivere una vita significativa nonostante il trauma sociale
Concentrati sul bene che puoi fare nel mondo e sulle cose che rendono la tua vita significativa. Non puoi fermare tutte le cose cattive che accadono, ma puoi vivere secondo i tuoi valori, agire contro l’ingiustizia e avere un’influenza positiva nella tua famiglia e nella tua comunità.
CONCLUSIONI
La migliore risposta alle sparatorie di massa è riconoscere ed esprimere il proprio dolore, condividerlo con gli altri e poi agire per ricostruire una vita positiva e sana, contribuendo a creare un mondo migliore nonostante le sfide.
Tradotto da Psychology Today
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Articolo consigliato: “Ecco Perché Superare Un Trauma Ti Rende Migliore”
Lettura consigliata: “Resisto dunque sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress” di Pietro Trabucchi.
Puoi leggere un estratto del libro a questo indirizzo.


Fondatore di Psicologia Applicata.
Mi interesso di Psicologia, persuasione, tecnologia e di cucina giapponese che ha rovinato le mie finanze.
Il mio obiettivo è diffondere conoscenza, arricchire le persone ed estrarre il meglio da loro.
Il mio mantra è:
“La conoscenza è potere.”