Cos’è un genocidio?
E’ l’atto di distruggere intenzionalmente, in tutto o in parte, una nazione, un’etnia o una razza.
E’ questo l’obiettivo di Thanos nel nuovo film Avengers: Infinity War, per “portare equilibrio” nell’Universo.
Ma può qualcuno che vuole effettuare un genocidio essere considerato un cattivo buono?
Procediamo con ordine e, ovviamente, tieni ben presente che voglio fare con te un semplice esercizio mentale e non voglio certo incitare qualcuno a commettere un crimine.
Perché siamo tutti un po’ Thanos
Innanzitutto, chi è Thanos?
Thanos è un alieno che viaggia di pianeta in pianeta.
Quando atterra su uno abitato da esseri viventi, ne sceglie a caso il 50% senza considerare fattori come status, età, ricchezza e salute… e lo elimina.
Tuttavia, non lo fa per odio o per sadico divertimento.
La sua teoria è che, dal momento che le risorse sono limitate e che gli esseri viventi tendono ad aumentare incessantemente, bisogna forzatamente ridurli di numero, per evitare una crisi irrecuperabile.
Questa crisi sarebbe il momento in cui tutti noi finiremo le risorse (cibo, acqua, energia, spazio sulla Terra, ecc.) e di conseguenza l’intera specie si estinguerebbe con le sue stesse mani.
Insomma, Thanos – a modo suo – vorrebbe salvare l’Universo.
Perché Thanos è un cattivo “buono”, nel senso che mette a disagio lo spettatore che lo guarda mentre compie azioni orribili?
Perché, come sottolinea lo psicologo malése Chong Tin Fung, il suo ragionamento ha così dannatamente senso che lo spettatore finisce per essere d’accordo con lui.
Thanos è quella voce iper-razionale che abbiamo tutti noi da qualche parte nella testa.
E’ quella parte della nostra mente che suggerisce soluzioni logiche, anche se spietate e impopolari.
Alcuni di noi riescono a sopprimerla, mentre altri le danno grande ascolto fino a farsi guidare da essa.
Quando vogliamo innalzare muri, siamo tutti un po’ Thanos.
Quando vogliamo ridurre il numero o l’accesso di un gruppo di persone a delle risorse (es: gli stranieri o “gli altri” in generale) siamo tutti un po’ Thanos.
Alcuni di noi, quindi, si sentono dei cattivi “buoni”, nel senso che giustificano i loro comportamenti poco etici per un risultato secondo loro giusto e buono (salvare la nazione/la specie/ecc.).
La sfida dell’umanità sarà scongiurare la sovrappopolazione
Ma adesso mettiamo da parte il film.
E’ vero che siamo troppi e stiamo mettendo a rischio la nostra sopravvivenza?
La sovrappopolazione è un fenomeno in cui una popolazione diventa così numerosa da non riuscire più a sopravvivere in armonia nel territorio in cui risiede.
Il primo motivo è che un territorio ha degli spazi fisici limitati.
Prendiamo ad esempio la metropoli cinese di Shanghai, che ha oltre 24 Milioni di persone ed è di fatto la città più popolata della Terra.
E’ un po’ come prendere 1/3 della popolazione italiana e confinarla nel Molise: si starebbe un po’ strettini, non credi?
A Shanghai il problema dello spazio è diventato così rilevante che sono nati i cosiddetti “Capsule Hotel“, ovvero degli Hotel le cui stanze non sono altro che delle capsule di 2 metri in cui passare la notte.
Utili se si vogliono fare le prove generali per il proprio funerale.
Il secondo motivo è che, oltre allo spazio, vengono a mancare anche le risorse, ovvero il cibo, l’acqua e l’energia.
Questo genera altri problemi indiretti, come flussi migratori di persone disperate che vanno in altre nazioni per sopravvivere, destabilizzando queste ultime.
Si crea, quindi, un effetto domino in cui l’ordine sociale si disintegra e la violenza regna sovrana.
E se pensiamo che questo sia uno scenario utopico, ci sbagliamo di grosso.
Tutto questo sta accadendo oggi e si accentuerà nel giro di pochi decenni, ovvero noi e i nostri figli lo vivremo sulla nostra pelle.
Facciamo qualche calcolo insieme.
Nel 1950 l’Africa aveva 230 Milioni di abitanti mentre oggi ha superato il Miliardo.
Stiamo parlando di un aumento del 330% (l’Italia, nello stesso periodo di tempo, è cresciuta solo del 30%, passando da 46 a 58 Milioni di abitanti).
Si stima che nel 2050 l’Africa arriverà a 2 Miliardi e mezzo, fino ad assestarsi sui 4,4 Miliardi entro il 2100.
Cosa significa tutto questo?
Considerando le nuove stime dell’ONU, a fine secolo saremo 11 Miliardi di umani sulla Terra.
Questo vuol dire che quasi la metà di noi si troverà su un continente, l’Africa, che è di per sé piccolo (l’Africa è solo il 20% delle terre emerse) e in più con delle terre inospitali a causa del clima desertico.
Mi sembra logico pensare che da qui a qualche decennio scoppierà una guerra tra il Nord e il Sud del Mondo per assicurarsi le poche risorse rimaste.
Qual è la soluzione? Far sparire metà degli esseri umani per far sopravvivere l’altra metà?
E giungiamo alla fine del nostro ragionamento mentale.
Qual è la soluzione? Forse la scelta di Thanos è quella più logica?
Dimezzare la popolazione risolverebbe temporaneamente il problema, fino a quando non si ripresenterà di nuovo dopo 50 anni.
Ma diciamocelo in faccia: chi avrebbe il coraggio di premere questo fantomatico bottone che fa scomparire metà di noi?
Con quale diritto qualcuno potrebbe prendere una decisione del genere e, soprattutto, chi stabilirà chi dovrà sopravvivere?
La soluzione di Thanos è la più logica e anche la più facile da attuare, ma non è quella che dobbiamo seguire.
Perché ce n’è un’altra migliore che ha già dato prova di funzionare.
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La soluzione che non ti aspetti.
La ragione principale per cui una famiglia genera molti figli è la consapevolezza che la Morte se ne prenderà molti prima ancora che questi diventeranno adulti.
E’ per questo che fino al 1900, quando la mortalità infantile era molto alta a causa della medicina arretrata, le donne generavano anche 7 figli durante la loro vita.
Questo valeva anche per l’Italia.
Per provare questa teoria, ti basta ricordare il numero di fratelli e sorelle che ha tua madre, tua nonna e la tua bisnonna.
Scoprirai che si tratta di un numero 2-3 volte superiore al numero di fratelli che hai tu, nato tra il 1980 e il 2000.
Cibo nutriente, igiene e medicina avanzata fecero in modo che i bambini del XX secolo smettessero di morire in tenera età.
Avendo la certezza di generare una discendenza sana e forte, gli uomini e le donne (soprattutto queste ultime, grazie ai nuovi diritti acquisiti) si concentrarono su altro, come la propria carriera e la crescita personale, piuttosto che figliare.
Con il tempo la crescita di queste nazioni sviluppate, dopo una prima fase di boom di nascite, rallentò fino a stabilizzarsi.
Questa legge riguarda tutte le nazioni.
Ma allora perché l’umanità continua a crescere in maniera spropositata?
Semplicemente, le nazioni africane, sudamericane e l’India (i cosiddetti paesi in via di sviluppo) non hanno seguito i nostri ritmi, quindi stanno vivendo oggi quello che noi abbiamo vissuto nel 1950.
La soluzione alla sovrappopolazione, quindi, sarebbe quella di investire in medicina, istruzione e lavoro in questi paesi emergenti.
Non è una teoria bislacca: è qualcosa che è già accaduta e che quindi abbiamo la prova della sua efficacia, perché l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle.
Molti ritengono questa soluzione contro-intuitiva.
Alcuni potrebbero pensare:
“Se diamo comodità e benessere a quelle persone, si sentiranno ancora più sicure e faranno ancora più figli!”
La verità, però, è che quando hai la certezza di non morire per una puntura di zanzara e che il tuo scopo nella vita va oltre il generare una prole (nel caso in cui tu fossi una donna), la gente semplicemente smette di fare figli.
Si dedica ad altro.
Si dedica a se stessa e alla società, producendo innovazione e cultura.
Conclusione.
Se gli Europei (o, in generale, chi vive al Nord del Mondo) vogliono sopravvivere come specie umana, non vogliono veder esaurire le loro risorse o essere invasi da Milioni di loro simili pronti a tutto per un po’ d’acqua e terra coltivabile, farebbero bene a investire nel Terzo Mondo.
Invece di cercare il Guanto dell’Infinito con cui annientare il problema con uno schiocco di dita, dovrebbero impegnarsi a trovare una soluzione che guardi al lungo periodo.
Detto in poche parole, se non vogliono avere problemi in casa propria, la mossa più intelligente è fare in modo che gli altri non siano costretti ad abbandonare casa loro.
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Fondatore di Psicologia Applicata.
Mi interesso di Psicologia, persuasione, tecnologia e di cucina giapponese che ha rovinato le mie finanze.
Il mio obiettivo è diffondere conoscenza, arricchire le persone ed estrarre il meglio da loro.
Il mio mantra è:
“La conoscenza è potere.”