Estate, mare, sole, giornate più lunghe, vacanze… Dovrebbe essere fantastico! Eppure per molti la bella stagione è sinonimo di umore nero, scarsa voglia di fare, debolezza fisica e psichica.
Non si tratta di essere dei “rompiscatole” a cui non piace divertirsi.
Chi soffre di questi sintomi è affetto da SAD, acronimo di Seasonal Affective Disorder.

Il SAD è un disturbo dell’umore che si presenta in determinate stagioni, e in alcune persone si presenta durante le giornate più calde.

#1. Il Disordine Affettivo Stagionale

Il Disordine Affettivo Stagionale (il termine italiano del SAD), è anche noto depressione d’estate, o “summer blues”.
Fino a qualche anno fa era considerato un disturbo dell’umore per cui persone apparentemente normali e “sane di mente”, cadevano improvvisamente in depressione durante la stagione estiva o invernale.

#2. I sintomi del SAD

I sintomi del Disordine Affettivo Stagionale sono molto bizzarri, in quanto in una stagione si manifestano in un modo mentre nelle altre cambiano totalmente.
Ad esempio, chi soffre di SAD estivo tende a dimagrire, si mangiare poco, e non riesce a dormire.
Al contrario, chi soffre di SAD invernale tende a dormire molto, si sente pigro e tende a ingrassare.
Si stima che affligga il 5% della popolazione americana.

Insomma, è un gran bel mistero questo disturbo.
Non esistono infatti terapie consolidate, ma si procede a tentativi.
Per il SAD invernale, ad esempio, si è visto un miglioramento dell’umore dei pazienti quando vengono esposti a molta luce solare.  Questa terapia, al contrario, non funziona con il SAD estivo.

L’unica cosa che sappiamo è che là fuori ci sono centinaia di migliaia di persone che inspiegabilmente diventano depresse quando tutti quanti si godono le vacanze.

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#3. Cosa causa il Disordine Affettivo Stagionale?

Gli scienziati non sono ancora certi di cosa scateni il SAD in estate.
Alcuni ritengono che potrebbe essere l’eccessiva esposizione al sole e al caldo, mentre altri credono che sia una delle conseguenze indirette delle allergie stagionali.
Un’altra ipotesi da non scartare è quella degli effetti che la diversa lunghezza dei cicli giorno-notte ha sul nostro corpo.

Secondo gli studi più recenti, potrebbe esserci una correlazione tra la stagione in cui si è nati e la quantità di serotonina prodotta.
La serotonina è un neurotrasmettitore, cioé una sostanza che permette ai neuroni di comunicare tra loro, che si trova nel nostro cervello e che è responsabile del nostro umore.

Serotonina Disordine Affettivo Stagionale

I ricercatori della Università di Vanderbilt (Tennessee, USA) hanno condotto degli esperimenti molto interessanti per rispondere a questa domanda.
La ricerca, a cura del biologo Noah Green e pubblicata sulla rivista Current Biology, ha preso in analisi vari topolini e i loro discendenti.

Green ha diviso i topi in tre gruppi:

  1. Il primo gruppo di roditori è nato e cresciuto in un ambiente con un ciclo di luce estivo (cioé la gabbia in cui vivevano aveva 16 ore di luce e 8 ore di buio).
  2. Il secondo gruppo è nato e cresciuto in un ambiente con un ciclo di luce primaverile o autunnale (cioé la gabbia aveva 12 ore di luce e 12 ore di buio).
  3. Il terzo gruppo è nato e cresciuto in un ciclo di luce invernale con solo 8 ore di luce e 16 ore di buio.

Le gabbie erano perfettamente identiche (stessi giochi, stessa quantità di cibo, ecc.).  L’unica differenza era la quantità di luce a cui venivano esposte le cavie.

Dopo aver fatto passare un po’ di tempo, Green e i suoi hanno preso tutti i topolini e hanno misurato l loro “livelli di depressione”, o un qualsiasi comportamento simile alla depressione.

4. I risultati della ricerca e il ruolo della serotonina

Dai test è emerso che i topi cresciuti durante “l’estate” artificiale, che cioè avevano avuto una maggiore esposizione alla luce subito dopo la nascita, avevano livelli di serotonina più alti rispetto a quelli degli esemplari cresciuti in “inverno”.

Gli scienziati hanno sviluppato una serie di test per determinare se i topi fossero depressi o, più precisamente, mostravano un comportamento simile alla depressione.
Ad esempio, uno di questi era un test di nuoto forzato, in cui i ricercatori mettevano un topo in una vasca d’acqua e misurano quanto tempo impiegava per uscire e quanto tempo passava galleggiando in modo passivo.
I ricercatori ritenevano che un topo depresso avrebbe impiegato meno tempo a lottare per sopravvivere, nuotando verso i bordi della vasca, rispetto a un normale topo. (tranquilli, nessun topo è annegato in quanto per natura sono ottimi nuotatori).

Facendo molti test, i ricercatori di Vanderbilt hanno scoperto che i topi nati durante l’estate artificiale mostravano livelli inferiori di depressione rispetto a quelli nati nelle gabbie con il ciclo di luce primaverile, autunnale e invernale.

Insomma, sembrerebbe che meno serotonina (causato dal fatto che i topi erano nati in inverno) equivale a più probabilità di manifestare comportamenti simili a quelli depressivi.

Vale anche per gli umani?  Potrebbe, ritengono i biologi.

5. Chi nasce in inverno può soffrire di SAD

In un recente studio sono stati analizzati 1.688 pazienti Presbyterian Hospital di New York in terapia per diverse problematiche.
Tra i pazienti, ricoverati tra il 1985 e il 2013, vi erano molti casi di Disordine Affettivo Stagionale.
La maggioranza dei pazenti affetti da SDA era nata nei mesi invernali.
Un dato che sembrerebbe confermare le ipotesi fatte sui topolini.

«Ci possono essere molti altri fattori, oltre alla luce, in grado di influenzare l’umore», spiega Douglas McMahon, uno degli autori della ricerca, «ma è interessante notare come dai nostri studi emerga chiaramente la correlazione tra il fotoperiodo e la risposta dei neuroni coinvolti nella produzione di serotonina e nella funzione antidepressiva.»

Conclusioni

Abbiamo scoperto che alcune persone non possono proprio sopportare l’estate (o l’inverno), non perché sono dei musoni, ma perché il loro organismo reagisce in maniera diversa rispetto a quello degli altri.
Sarà bene, la prossima volta, accertarci che chi non sembra godersi un’eventuale vacanza non stia sperimentando un vero disagio.

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