di Carlo Balestriere  –  E’ Crisi di Governo.  Se 20 anni fa ci avrebbe lasciati indifferenti, oggi, a causa della personalizzazione social della politica, ci sembra più simile a un gossip che coinvolge i nostri beniamini politici.  Quindi ci interessa.
Oggi un mio amico psicologo mi ha detto “Questa Crisi di Governo è una Crisi di Coppia, ma dai risvolti tragicomici per tutti noi”.
Volendo stare al gioco, ho voluto analizzare la situazione proprio come se fosse una delle tante crisi di coppia.

 

Per farlo, utilizzerò i criteri di John Gottman, professore emerito dell’Università di Washington, psicologo di fama mondiale e un grande esperto di relazioni di coppia, che le ha analizzate per più di 40 anni, individuando quei comportamenti che ne predicono la stabilità, la durata e la crisi.

 

Ecco i 3 elementi che contribuiscono, più di ogni altra cosa, a mandare in crisi una coppia (anche quella composta da Salvini e Di Maio).

 

 

1.  Le famiglie di origine interferiscono nella coppia

Accade quando uno dei due non ha ancora tagliato il cordone ombelicale che lo lega alla famiglia d’origine, quindi nella coppia c’è sempre la presenza di una terza persona che improvvisamente interviene e crea disagio.
E’ il caso di tutti quegli uomini che hanno madri opprimenti, le quali non si rassegnano all’idea che la moglie abbia portato via il loro pargolo e quindi rimarcano il territorio con atti intrusivi.
Questi atti intrusivi variano dal semplice entrare in casa degli sposini per metterla in ordine, fino ad arrivare alla vera e propria manipolazione del figlio quando si tratta di prendere decisioni importanti (es: quale casa comprare o a quale scuola far iscrivere il nipotino).

 

 

E’ indiscutibile che nella Crisi di Governo abbia contribuito l’influenza della famiglia di origine di Salvini dal quale non è riuscito a distaccarsi, che ha interferito più volte nella “vita di coppia”.
Sto parlando della famiglia composta da Berlusconi, da un lato, e dalla vecchia Lega Nord, quella indipendentista che non vede di buon occhio l’eccessiva meridionalizzazione di Salvini.

 

 

LEGGI ANCHE: Uno Psicologo Spiega Perché La Gente Vota Dei Pessimi Leader Politici

 

 

2.  Il non rispetto del contratto e dei doveri coniugali

Il matrimonio nasce tra gli esseri umani come contratto per cementificare l’unione tra due famiglie, casate o fazioni… proprio come un contratto di Governo.

Firmando il contratto matrimoniale, le due parti accettano “l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione” (articolo 143 del Codice Civile italiano).

Il Ministro Salvini si è dimostrato più volte manchevole di alcuni di questi obblighi, come ad esempio la mancata coabitazione con il suo partner.
Doveva essere davvero frustrante per Di Maio vedere che il proprio partner era in tour elettorale perenne nei 14 mesi di matrimonio.
Salvini ha trascorso appena 17 giorni in un anno al Ministero dell’Interno e ha disertato l’85% delle riunioni tra i Ministri degli Interni Europei.

E’ un po’ come quando una donna si spacca la schiena per mandare avanti la casa, e vede il marito tornare costantemente la sera ubriaco fradicio perché fa il tour dei bar di tutto il paese.
Dopo un paio di bocconi amari mandati giù, anche la più paziente delle consorti farebbe notare all’altro che non sta equamente rispettando l’obbligo della collaborazione nell’interesse della famiglia “Italia” e che è tempo di darsi una regolata.

Insomma, non c’è bisogno che un partner vada a letto con un’altra persona per tradire l’altro.
Basta semplicemente non rispettare il contratto firmato.

 

 

3.  I partner crescono e seguono percorsi diversi

Infine, il fattore che determina la crisi di una coppia è il fatto che i partner seguono traiettorie evolutive così diverse tra loro da allontanarsi irrimediabilmente.
E’ il caso di un uomo e una donna sposati per 10 anni, in cui lei ha continuato a fare le stesse cose, mentre lui ha investito in se stesso (studiando, acculturandosi, facendo carriera).
A quel punto l’altro non lo riconosce più ed è tipico che un avvocato o uno psicologo senta dire “non è la persona che ho sposato”.

La coppia ideale, invece, è quella che cresce insieme nella stessa direzione.

Ciò non è accaduto tra Salvini e Di Maio, dal momento che hanno preso strade diametralmente opposte per inseguire elettorati completamente diversi e in antitesi tra loro.

 

 

LEGGI ANCHE: Come Il Potere Logora Il Cervello Di Chi Ce L’Ha

 

 

4.  A pagare ogni Crisi di Coppia sono sempre i figli, e nella Crisi di Governo i figli siamo noi italiani

Quando una coppia si sfascia e si separa, chi paga più di tutti sono i figli.
Uno studio ha indagato la nuova genitorialità dei genitori divorziati e ha dimostrato che esistono cinque possibili scenari che vedono il bambino coinvolto (nel bene o nel male) in questa nuova relazione da “partner separati”.

 

I primi tre sono considerati abbastanza funzionali:

  • Un solo genitore (o “Papà è morto?”), dove di solito il padre sparisce dall’educazione.
  • Amici perfetti (o “Mamma e Papà stanno divorziando? Davvero?), quando i genitori continuano ad essere buoni amici.
  • Colleghi cooperativi (o “Mamma e Papà lavorano insieme), quando i genitori vanno per la propria strada ma restano in buoni rapporti.
  • Soci arrabbiati (o “Mamma e Papà si urlano contro”), quando i litigi continuano anche dopo il divorzio.
  • Nemici (o “Mamma e Papà stanno spendendo i risparmi per mandarmi all’università in avvocati”), quando i figli diventano le pedine da usare nei litigi e spesso ne escono sofferenti.

 

Gli ultimi due sono quelli da evitare assolutamente, per il bene dei figli.

 

Cosa succede quando la Crisi non è di Coppia, ma di Governo?
Beh, succede che i figli siamo noi, gli italiani che pagano le tasse.
Se questo divorzio finirà con il quinto scenario, ovvero quello dei “Nemici”, possiamo aspettarci che i due litiganti preferiranno farsi la guerra a vicenda, anche al costo di sperpereranno i risparmi degli italiani.
Una fine tragicomica.

 

 

Conclusioni

Noi italiani siamo soliti considerare negativamente la parola crisi.
In realtà, se analizzassimo l’etimologia di questa parola, scopriremo che deriva dal greco krísis, che significa generalmente “fare una scelta, prendere una decisione”.
In Cina la parola crisi si scrive 危机 (si legge Wéijī).
Si tratta di una parola composta dall’unione dall’ideogramma “wei” (危), che significa problema, più un secondo ideogramma “ji” (机), che significa opportunità.

Insomma, la crisi nasce da un problema, ma siamo noi – grazie alle nostre scelte future – a renderla un’opportunità di crescita (di benessere economico e psicologico) oppure un treno dritto verso la miseria.

 

__
Articolo consigliato: Come Il Potere Logora Il Cervello Di Chi Ce L’Ha
Lettura consigliata: “Le 48 Leggi del Potere” di Robert Greene.
Puoi leggere un estratto del libro a questo indirizzo (Nuova edizione).

Le 48 Leggi del Potere