“Essere pigri” è spesso un’attribuzione negativa che le persone si danno quando non sono in grado di capire perché non riescono a fare le cose che vorrebbero o dovrebbero fare.
Il problema è che il semplice atto di etichettarsi come “pigri” è una pessima strategia di auto-sabotaggio, perché dà per scontato che non si cambierà mai.
Pigro è la tua natura, stop.
Di conseguenza, è anche inutile provarci dato che “sei fatto così”.
Questo si traduce in una profezia che si auto-avvera e finisci per non fare ciò che dovevi fare… perché non ci hai nemmeno provato!

Perché non facciamo ciò che vorremmo o dovremmo fare.
Fortunatamente, la scienza della Psicologia ci permette di capire perché non facciamo le cose che vorremmo o dovremmo fare.
Diverse ricerche mostrano che la motivazione che abbiamo nel raggiungere un certo traguardo ha un ruolo fondamentale quando dobbiamo prendere delle decisioni.
In pratica, stiamo sempre a pensare se ciò che faremo tra qualche ora “varrà lo sforzo” in base alla gratificazione che immaginiamo di ottenere.
Non stupisce, perciò, che l’area del nostro cervello che si occupa all’anticipazione delle gratificazioni sia molto grande.
Se sei come la maggior parte delle persone, troverai molto difficile alzarti dal letto alle cinque del mattino per fare palestra.
Tuttavia, se avessi la certezza di ricevere in premio 1 milione di euro, non avresti problemi a svegliarti anche prima.
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Quindi, come aumentare la tua motivazione per fare quelle cose che sai di dover fare, ma che rimandi “per pigrizia”?
Ecco 4 consigli per incrementare la tua motivazione.

1. Dai per scontato che raggiungerai tutti i tuoi obiettivi.
La prima cosa che devi fare per aumentare la tua motivazione è quella di aspettarti di vincere a priori la battaglia contro la tua voglia di non fare niente.
Il fatto che tu da qui a qualche giorno diventerai un campione di motivazione, seguendo questi consigli, deve essere dato per scontato.
Ciò che dici a te stesso ha una grande influenza sul tuo comportamento.
Se sei convinto che sia difficile alzarsi presto la mattina, probabilmente ti aspetterai che le cose andranno sempre nella stessa maniera ogni giorno, ovvero che sei destinato ad arrenderti al caldo abbraccio delle coperte.
Il problema è che noi tendiamo ad agire proprio come ci aspettiamo di agire.
Se ti dicessi che mi aspetto che tu fallisca, infatti, è molto probabile che tu inizierai a non dare il 100% e che quindi non cambierai mai le tue abitudini.
Nessuno è mai stato motivato dall’aspettativa di fallire.
Quando sei convinto di poter vincere, sei più propenso a impiegare tutti tuoi sforzi che possono aiutarti a raggiungere i risultati che vuoi ottenere.
Primo consiglio: spezzetta l’obiettivo difficile in tanti micro-obiettivi facili.
Se l’obiettivo che ti sei prefissato è così grande da farti dubitare delle tue capacità, una mossa intelligente è quella di spezzettarlo in tanti piccoli micro-obiettivi, che ritieni di riuscire a raggiungere.
Ad esempio, un anno fa avevo creato Psicologia Applicata.
Il mio obiettivo era quello di renderla il punto di riferimento per tutti quelli che cercano un’utilità pratica dalla Psicologia.
Quando avevo iniziato, c’erano già molti siti importanti che trattavano di Psicologia e il più grande aveva 200.000 iscritti su Facebook.
Come fare ad emergere?
Quando parti da zero, un numero del genere può sembrarti irraggiungibile e infatti mai mi sarei sognato di superarlo.
Allora ragionai in questo modo:
Invece di impostare un obiettivo generico come “raggiungere 200.000 iscritti entro la fine dell’anno” (troppo tosto e che sicuramente mi avrebbe fatto abbandonare il progetto), creai una serie di micro-obiettivi.
Il mio obiettivo fu “crescere di 500 nuovi iscritti al giorno.”
Si tratta sempre dello stesso risultato (500 iscritti in un anno fa 200.000), ma a livello psicologico cambia tutto!
Il fatto che ogni giorno riuscissi a raggiungere il mio micro-obiettivo, mi motivava a fare meglio il giorno dopo.
Nacque una sfida contro me stesso per superare il limite precedente.
In Psicologia questo meccanismo si chiama gamification, e si basa sul concetto che quando raggiungiamo un piccolo obiettivo (e un piccolo premio), il nostro cervello viene inondato dall’ormone dopamina, che in linea generale ci dà piacere e ci motiva a continuare ancora.
Vuoi sapere come è finita?
- Non solo raggiunsi i 200.000 iscritti,
- non solo lo feci in meno di un anno,
- ma in 3 mesi arrivai alla cifra stellare di un Milione di iscritti.
Il tutto, senza nemmeno accorgermene, in quanto ero focalizzato solo sull’obiettivo del giorno e non su quello finale.
Ricorda: indipendentemente da ciò che tu debba fare, spezzetta l’obiettivo difficile in tanti micro obiettivi e concentrati solo su quelli.

2. Focalizzati sui benefici che ti porterà l’azione che devi compiere.
Come ti ho anticipato, i premi ci motivano.
Perché dovrei fare palestra?
“Perché, nel giro di qualche mese, ti sentirai meglio e sarai più attraente,” direbbe una vocina nella tua testa.
Ricorda: ogni volta che hai intenzione di intraprendere una certa azione, il tuo cervello compie un’analisi costi-benefici.
Non è un’analisi obiettiva, anzi.
Spesso il cervello è governato da processi mentali irrazionali, come ci ha dimostrato lo psicologo Daniel Kahneman, vincendo per questo un Premio Nobel nel 2002.
C’è un problema, però.
Sebbene tu possa aver ben presente i vantaggi di fare una certa cosa, potresti comunque non farla.
Perché? Perché nel frattempo è subentrato il piacere di fare un’altra cosa che va in conflitto con quella precedente.
Facciamo finta che io voglia andare a correre la mattina presto, dopo essermi alzato.
Ho letto numerosi articoli su quanto la corsa sia importante per la salute, quanto giovi alla bellezza della mia pelle e ho perfino comprato una tuta e delle scarpe da corsa.
Il primo giorno squilla la sveglia e non vado a correre.
Perché?
Perché se aspetto fino a quando devo alzarmi dal letto per iniziare immaginarmi i benefici di andare a correre, probabilmente non mi alzerò mai, perché i benefici di una calda coperta sono troppo immediati.
Per questo devo anticipare il prima possibile il piacere del compito che devo veramente svolgere, prima che venga attaccato da altri piaceri più immediati e futili.
Secondo consiglio: anticipa i benefici che ti porterebbe raggiungere l’obiettivo.
Ricorda con intensità il perché hai impostato quell’obiettivo e come potrebbe rendere differente la tua vita raggiungerlo.
Cosa saresti in grado di fare dopo averlo raggiunto?
Come ti sentiresti?
Scrivi queste cose su un pezzo di carta e mettilo vicino al tuo letto.
Prima di andare a dormire, leggi la lista ogni sera e rileggila di nuovo prima di alzarti la mattina.
Es:
“Voglio andare a correre ogni mattina perché voglio dimagrire di 2 Kg questo mese.
Voglio rimettermi in forma per non fare più la figura del provolone quando i vecchi amici del liceo si riuniscono per la partitella della domenica e a me viene il fiatone dopo pochi minuti.
Inoltre, correre rende la pelle più elastica e luminosa, e io voglio apparire più giovane.”
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3. Anticipa gli ostacoli.
Numerosi ostacoli contrastano la formazione di una nuova abitudine e lo sviluppo di un nuovo comportamento positivo.
La verità è che ci sono dei processi nella tua mente che tendono a far di tutto per mantenere la situazione invariata, soprattutto se si tratta di uno status quo piacevole e rilassante, ma socialmente improduttivo.
Come ad esempio dare un’altra occhiata a Facebook mentre dovresti studiare oppure silenziare la sveglia e ritornare a ronfare.
Terzo consiglio: crea degli ostacoli che ti impediscano di fare le cose sbagliate.
Fino a qualche mese fa soffrivo proprio di quelle due pessime abitudini: perdere tempo su Facebook mentre dovevo fare qualcosa di importante e silenziare la sveglia, stendersi di nuovo sul letto e sprofondare di nuovo nel sonno.
Ho aggirato questo problema posizionando degli ostacoli che mi impediscono di compiere i comportamenti nocivi.
Per quanto riguarda l’abitudine di smanettare con il telefono, ho iniziato a lasciare il cellulare in un’altra stanza quando devo studiare o lavorare.
Per quanto riguarda la sveglia, invece, l’ho posizionata lontana dal letto e ho messo tra me e lei una sedia.
In questo modo è più difficile per me ritornare sul letto quando mi sveglio in uno stato di simil-trance per zittire il suo suono fastidioso.
Non solo!
Prima di andare a dormire, bevo 3 bicchieri d’acqua.
Così sono costretto ad andare in bagno appena mi sveglio, compiere molti più passi e ridurre la probabilità di stendermi sul letto per “riposare gli occhi per soli 5 minuti”.
Generare un piano strategico riduce significativamente la probabilità di compiere un comportamento non desiderato.

4. Visualizza mentalmente te stesso che si comporta proprio come vorresti che agisse.
Una ricerca, condotta nel 2011 dagli psicologi Amar Cheema e Rajesh Bagchiha, dimostrata che effettuare simulazioni di esercizi tramite la tecnica della visualizzazione mentale aumenta la motivazione e questo aiuta le persone a portare a termine i propri obiettivi.
Quarto consiglio: usa la tecnica della visualizzazione mentale.
Come funziona?
Definito il tuo obiettivo, inizia a pensare quali azioni dovresti intraprendere per raggiungerlo.
Puoi anche chiudere gli occhi, mentre fai questo esercizio: col tempo saprai fare queste visualizzazioni mentali anche ad occhi aperti.
Ad esempio, poniamo che io debba fare la spesa e voglia essere sicuro di non dimenticare nulla.
Prima di andare al supermercato, do un’occhiata ai 15 oggetti presenti sulla mia lista della spesa, dopodiché chiudo gli occhi.
Inizio a immaginare me stesso che esce di casa, entra nel supermarket, viaggia verso i giusti scaffali e prende in mano i 15 oggetti.
Ogni volta che nella mia mente prendo uno dei 15 oggetti, lo osservo con molta attenzione.
Lo faccio ruotare, me lo passo tra le mani e infine lo metto nel carrello.
Il mio tour mentale termina alla cassa, dove pago il tutto.
Bene.
Apro gli occhi e mi ritrovo nel mondo reale, pronto a replicare queste azioni, con la sicurezza di non dimenticare nemmeno un acquisto.
Questa tecnica funziona solo quando le persone si immaginano l’intero processo (nell’esempio del supermercato, il viaggio tra gli scaffali per acquistare gli oggetti) e non solo il momento in cui raggiungono l’oggettivo (portare alla cassa quei 15 oggetti).
Inoltre, è dimostrato che visualizzare queste azioni dal punto di vista di chi le deve compiere (quindi in prima persona) è molto meno efficace rispetto a utilizzare un punto di vista in terza persona.
Il che vuol dire che dovresti guardare te stesso mentre compi l’azione.
Quando mi immagino fare la spesa, nel mio viaggio mentale non vedo le mie mani che spingono il carrello.
Vedo un altro me stesso che si aggira tra gli scaffali e prende la roba, mentre io lo seguo.
Conclusioni.
Un essere umano può fare tanto per trasformarsi in un organismo altamente produttivo ed efficace nella sua vita.
Se in tutti questi anni non ci sei riuscito ancora, la colpa non è ovviamente tua: semplicemente non te l’hanno insegnato.
Ma la buona notizia è che non si smette mai di imparare.
Applica questi 4 suggerimenti e fammi sapere se la tua vita cambia in meglio, passando da una pigrizia immotivata a un senso di potere sulle proprie azioni.
L’articolo finisce qui.
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Qui da Carlo Balestriere è tutto, ci vediamo al prossimo articolo di Psicologia Applicata.
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Articolo consigliato: Come Smettere di Procrastinare ed Essere Più Produttivi
Lettura consigliata: “Detto, fatto! L’arte di fare bene le cose: Il metodo GTD” di David Allen.
Puoi leggere un estratto del libro a questo indirizzo.


Fondatore di Psicologia Applicata.
Mi interesso di Psicologia, persuasione, tecnologia e di cucina giapponese che ha rovinato le mie finanze.
Il mio obiettivo è diffondere conoscenza, arricchire le persone ed estrarre il meglio da loro.
Il mio mantra è:
“La conoscenza è potere.”