In questo articolo scopriremo:
[1.] Quali fobie aveva l’uomo che ha studiato le fobie.
[2.] Come mai insisteva nell’avere il suo cane quando faceva terapia.
[3.] Perché la sua storia è (quasi) simile a quella di Leonardo Di Caprio.
1. Chi era Sigmund Freud
Sigismund Schlomo Freud, conosciuto semplicemente come Sigmund Freud, nacque il 6 maggio 1856 in una piccola cittadina della Moravia (nell’attuale Repubblica Ceca).
Al contrario di quanto si possa credere, il fondatore della psicoanalisi non era uno psicologo. Freud era laureato in Medicina.
Il suo interesse, comunque, era rivolto verso la psiche umana. Egli teorizzò l’inconscio, sede delle pulsioni, dei desideri e dei conflitti irrisolti. Secondo il suo modello, erano questi ultimi le cause delle nevrosi.
2. Le fobie dell’uomo che studiò le fobie

Si dice che Freud fosse ossessionato dal numero 62.
Il medico viennese era convinto che proprio a quell’età, 62 anni, sarebbe morto.
La storia avrebbe smentito questa sua paura irrazionale, dal momento che sarebbe vissuto fino alla veneranda età di 83 anni.
In ogni caso, la sua avversione era così forte che non alloggiava mai in una stanza d’albergo che avesse quel numero.
Freud soffriva anche di un’inspiegabile ansia per i viaggi in treno, così come ci ha rivelato egli stesso in numerose lettere.
Tuttavia, come fa notare Paul C. Vitz, professore emerito di Psicologia all’Università di New York, quella di Freud non era una vera e propria fobia per i treni.
Ciò che dimostra questa tesi c’è il fatto che Freud amava veramente tanto viaggiare. Un giorno fu costretto a prendere un treno per farlo e da quel momento in poi vide ridurre il suo disagio, se non addirittura sparire.
3. La routine di Freud

Un’immagine di Vienna, 1800
Freud era un uomo abituale e con una routine molto rigida.
Dedicava la mattinata ai suoi pazienti e pranzava ogni giorno alle 13 in punto. Adorava la carne di manzo e odiava il pollo.
Quasi sempre, terminato il pasto, faceva una passeggiata per Vienna, dove aveva il proprio studio.
Si dice che percorresse sempre la stessa strada, la Ringstrasse.
La Ringstrasse era una serie di viali ottocenteschi.
Il suo percorso circolare seguiva le mura medioevali che circondavano il centro storico di Vienna e pare che nei paraggi crescessero dei funghi, che Freud amava raccogliere.
Tornato a casa, Sigmund sistemava le sue carte, e dedicava il pomeriggio al secondo giro di pazienti.
Dopo cena, dedicava qualche ora alla scrittura dei suoi saggi.
Una routine ordinaria, semplice ed efficiente.
4. Sempre gli stessi vestiti, come Zuckerberg

Si dice che Freud avesse solo tre completi, tre cambi di indumenti intimi e tre paia di scarpe.
Non si può dire che fosse povero. Come ci racconta Silas L. Warner, Freud era assolutamente contrario alla pratica di non farsi remunerare, al contrario di alcuni suoi colleghi.
Non era nemmeno taccagno: semplicemente gli sembrava inutile comprare altri vestiti.
Anche Mark Zuckerberg è noto per la sua scelta di vestirsi sempre nella stessa maniera.
Il fondatore di Facebook, però, ha adottato questa abitudine perché, a suo dire, “gli permette di non perdere tempo quando deve scegliere cosa indossare”.
5. Il suo cane era il suo assistente
Sigmund Freud aveva un cane a cui era molto legato: Jofi.
Ad essere più precisi, si trattava di un esemplare femmina di Chow Chow, un’antica e ancora sconosciuta razza cinese.
Freud era solito tenere la sua Josi in studio, mentre faceva terapia, perché riteneva che aiutasse i pazienti a rilassarsi.
Jofi fu così abituata a seguire il lavoro del padrone che iniziò a manifestare un bizzarro comportamento: era in grado di calcolare il tempo di ogni incontro e comunicare la fine della seduta.
Quando il cane scattava in piedi, Freud se ne accorgeva e capiva di aver finito il tempo a disposizione con quel paziente, e che doveva passare a quello successivo.
6. Il famoso lettino era un regalo di una sua paziente

Il famoso lettino di Freud, nel suo studio di Vienna
Se pronunci la parola “psicoanalisi”, nella mente delle persone si forma un’associazione spontanea: lettino.
Soprattutto in Italia, la psicoanalisi (ma anche la Psicologia in generale) è associata allo stare sdraiati su un lettino e parlare con il dottore.
In realtà, il famoso lettino di Freud era un divano, che gli era stato regalato da una paziente, la ricca Madame Benevenisti.
L’idea di far stendere i pazienti sul divano venne a Freud verso la fine dell’800. All’epoca praticava l’ipnosi e scoprì che era più facile far andare le persone in trance quando erano distese.
7. Faceva largo uso di cocaina (ma non per quello che pensi)

Piante di Coca raccolte da un indigeno
Un altro luogo comune su Freud è quello che lo dipinge come un cocainomane.
E’ vero, la utilizzava, ma non per sballarsi.
Soffriva infatti di violentissime emicranie e la cocaina attenuava la sofferenza.
Stiamo parlando di un uomo vissuto tra il 1800 e la seconda metà del 1900. All’epoca non esistevano nemmeno gli antibiotici, quindi era normale sperimentare nuove sostanze.
Freud scoprì la cocaina per caso a 28 anni. All’epoca era ancora una sostanza sconosciuta e si sapeva solo che si ricavava dalle foglie di coca e che gli indigeni le masticavano da millenni.
Nel 1884, pubblicò un articolo intitolato “Über Coca” (“A proposito della Coca”) che promuoveva i “benefici” della cocaina, definendola una “sostanza magica”.
Iniziò a usarla per le terapie contro l’ansia e la consigliò ai suoi amici più intimi, uno dei quali finì per soffrire di allucinazioni paranoiche con “serpenti bianchi che strisciavano sulla sua pelle”.
Sfortunatamente ne divenne dipendente, cosa che non poté immaginare.
«Ho bisogno di un sacco di cocaina. Il tormento, la maggior parte delle volte, è superiore alle forze umane» scriveva nel 1895.
Un anno dopo, con una grande forza di volontà, riuscì a eliminare la sua dipendenza da solo. Aveva 40 anni.
8. Era un poliglotta autodidatta

C’è chi impara l’inglese solo per poter vedere le serie TV in lingua originale, dal momento che non sono state ancora pubblicate in Italia.
Freud fece una cosa simile: imparò lo spagnolo soltanto per poter leggere il Don Chisciotte in lingua originale. Era un grande ammiratore di Cervantes.
9. Quando Freud si accorse di avere il cancro

Sigmund amava i sigari e questo amore gli costò molto.
La malattia cominciò a manifestarsi con brevi ma ricorrenti sanguinamenti gengivali intorno alla parte superiore destra della bocca.
All’inizio Freud non diede particolare importanza a questi sintomi, fino a che non notò un gonfiore, il quale si estese lungo tutto il palato dopo un po’.
Freud consultò un suo caro amico, il professor Hajek, il quale gli diagnosticò un tumore dovuto al fumo.
Da quel giorno in poi (fino alla morte avvenuta nel 1939, 16 anni dopo la diagnosi) subì 33 interventi chirurgici.
Gli asportarono perfino un pezzo di mandibola, impedendogli di parlare correttamente.
Di tutta risposta, Freud continuò a fumare i suoi amatissimi sigari.
Si dice che sul letto di morte chiese alla figlia di accendergliene uno, prima di farsi uccidere con una dose di morfina, a causa del dolore ormai insopportabile. Aveva 83 anni.
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10. La fuga dai nazisti

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Germania inglobò l’Austria e i nazisti fecero irruzione dell’appartamento di Freud arrestando la figlia Anna.
La colpa del padre della psicoanalisi era quella di avere sangue ebreo.
Freud riuscì a scappare con la moglie e i figli grazie all’aiuto di una sua influente paziente: la principessa Maria Bonaparte.
Sfortunatamente, le sue quattro sorelle (Rosa, Marie, Adolfine e Pauline) non riuscirono a partire con lui verso Londra e furono deportate in un campo di concentramento, dove morirono.
Si dice che Freud, molto benestante, abbia corrotto alcuni soldati nazisti per poter salvare parte dei suoi manoscritti e oggetti a cui era affezionato.
11. E’ famoso anche sulla Luna

Freud è conosciuto anche nello spazio. Sulla Luna c’è un cratere battezzato con il suo nome.
Questo cratere si trova nella parte nordoccidentale della faccia visibile del satellite (cioé la faccia rivolta sempre verso di noi).
Nello specifico, il cratere si trova nella pianura interna all’Oceanus Procellarum, ed ha un diametro di soli 2 kilometri, cioé quattro volte la bocca del Vesuvio.
12. Freud è (o meglio, era) come Leonardo di Caprio

Freud ebbe 12 nomination al Premio Nobel, ma non lo vinse mai.
Il suo sogno naufragò quando un esperto, nominato dalla commissione, affermò che il suo lavoro non aveva riscontri scientifici.
Nel 1929, Freud scrisse alla prima pagina del suo diario una semplice nota: “scartato per il Premio Nobel”.
Stranamente, in quel mese scrisse meno di 60 parole: deluso per l’esclusione?
Fortunatamente un anno e mezzo dopo arrivò un riconoscimento.
Ad Agosto del 1930 Freud vinse il prestigioso premio letterario Goethe.
Non era proprio come vincere il Nobel, ma gli avrà fatto molto piacere riceverlo, dal momento che era un grande appassionato di scrittura.
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Lettura consigliata: “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud.
Puoi leggere un estratto del libro a questo indirizzo.

Fondatore di Psicologia Applicata.
Mi interesso di Psicologia, persuasione, tecnologia e di cucina giapponese che ha rovinato le mie finanze.
Il mio obiettivo è diffondere conoscenza, arricchire le persone ed estrarre il meglio da loro.
Il mio mantra è:
“La conoscenza è potere.”